Dalla Zuppa di Farro al Prosciutto di Parma.



Viaggio tra cultura e culinaria.

Quando i “ponti festivi” lo consentivano, era uno degli ultimi periodi da sfruttare per le escursioni regionali.

Quell’anno la destinazione era la Toscana, lasciando alla buona sorte meteorologica qualche deviazione in itinere.

La prima tappa era Lucca. Originariamente per gustare la famosa “Zuppa di farro”, cucinata alla trattoria “da Giulio” in Pelleria,  consigliata da amici che ci avevano preceduto.

E questa fu la prima cena con abbuffata e con l’affettuoso pensiero agli amici che l’avevano consigliata.

In. seguito il programma prevedeva la visita a Vinci, la casa di Leonardo, puntatina a Volterra, non senza passare da Certaldo il paese di Boccaccio con visita al Palazzo Pretorio passando da Via Boccaccio. e poi riprendere in percorso verso Siena.

Il mattino mentre visitavamo il terrapieno con le poderose Mura di Lucca vedemmo per la prima volta, e  con curiosità, i manifesti che annunciavano la “Mostra del Fumetto”  ( Lucca Comics & Games ) un evento a noi sconosciuto.

Il viaggio verso Vinci, attraverso le colline toscane, fu caratterizzato da una nebbiolina che lasciva intravvedere i poggi con le abitazioni e i caratteristici filari di cipressi. Il tutto rendeva il paesaggio particolarmente emozionante e fiabesco.

La visita alla “Casa di Leonardo” non ci occupò molto tempo e ci permise di spostarci velocemente a Certaldo e visitare più accuratamente Palazzo Pretorio. Purtroppo l’ingresso alla casa di Boccaccio non ci fu consentito a causa del giorno di chiusura.

A Volterra fu di pragmatica visitare la Porta all’Arco, vestigia della presenza etrusca, oltre a far quattro passi verso il Duomo.

A sera eravamo a Siena. Trovammo un Albergo poco distante dal centro cittadino e vi pernottammo.

Il mattino successivo ci s’immerse nell’atmosfera senese: lo struscio in Via Banchi di sopra, con rituale visita al Bar pasticceria Nannini e, pochi metri dopo la piazzetta del Banco dei Paschi, ecco Piazza del Palio, la grande Piazza che ospita l’annuale, e poco cavalleresca, tenzone tra le Contrade.

Nella bella vasca della Fonte Gaia, realizzata da Jacopo della Quercia intorno al 1419, gettai una monetina. Non era la Fontana di Trevi, intendiamoci, ma un buon augurio non è mai da perdere.

Ma la giornata non era ancora terminata. Ci avrebbe riservato un'altra sorpresa.

Verso le tredici, in’Autostrada via del ritorno, cominciai a sentire un languorino allo stomaco.

La segnaletica verticale ci segnalava l’uscita per Parma dopo pochi chilometri. Perché non far una piccola sosta a base di prosciutto ?

Detto fatto.

Trovammo un Ristorante in periferia, immerso nel verde della campagna e ordinammo il pranzo.

Affamati iniziammo con gli antipasti e un abbondante primo piatto di tortelli.

 Quando rileggendo il menù, ci accorgemmo, ormai con l’occhio più attento e lo stomaco parzialmente riempito, che servivano, come specialità, il “piatto” di prosciutto crudo della casa.

Lo ordinammo senza indugio.

Il rosa vellutato e il profumo intenso ci accolsero ma, dopo pochi bocconi, lo stomaco si rifiutò di assecondare il palato.

Il cameriere, vista la nostra difficoltà, ci consiglio di “asportare” il contenuto del piatto, affermando che se lo avessimo consumato entro sera, avrebbe mantenuto aroma e sapore.

Aveva ragione. La cena, suggerita dal cameriere, concluse così il nostro viaggio tra cultura e culinaria.

Nessun commento:

Posta un commento