Cabianca dal lago dei curiosi con sorpresa finale.

 

Non avevo mai visto il lago dei Curiosi. Un laghetto a forma di cuore a nord del rifugio Calvi e sotto la cima di Cabianca.

Con un collega di lavoro, un giorno, decidemmo di fare la traversata dal rifugio Calvi sino alla cima del Cabianca, salendo dal lago dei Curiosi.

Dopo aver sostato al Rifugio per un caffè e avvisare il rifugista delle nostre intenzioni, ci avviammo verso il laghetto.

Una breve sosta al laghetto e uno sguardo alla successiva salita.  Non era indicato alcun sentiero ma la meta era ben visibile.

La superficie d’acqua era ancora occupata da residui di ghiaccio e il canalino per raggiungere la Tacca dei Curiosi presentava alcune tracce di neve. Non ci perdemmo d’animo anche se non attrezzati convenientemente. La neve del canalino non era ghiacciata e si lasciava tranquillamente affondare con la punta degli scarponi.

Senza difficoltà raggiungemmo la Tacca e proseguimmo lungo la cresta, divertente e mai difficile, anche se un po' esposta. In particolare in un punto appena prima del Cabianca, molto sottile ed esposta e che richiede attenzione.

In vetta, per la prima volta, era prassi suonare la campanella, e scrivere alcune brevi impressioni sul libretto conservato in un bussolotto metallico posto sotto la croce.

Un breve spuntino, uno sguardo alle cime che ci circondavano, Pizzo del Diavolo, Poris, Grabiasca, e sotto il Lago di Fregabolgia, successiva meta.

Lungo la discesa dalla vetta, ormai a pochi minuti dalla diga del Fregabolgia una sorpresa: un grosso masso che luccicava al sole dal quale affioravano grappoli di gemme quarzo.

Una cosa mai vista.

Non avendo a disposizione nemmeno la piccozza non tentai nemmeno di scalfire la superficie del masso e mi limitai a rimirare quella miniera a cielo aperto.

Qualche anno dopo, durante una successiva escursione al Calvi, cercai d’individuare quel masso ma non ebbi fortuna.

Mi rimane il ricordo e quella miracolosa apparizione al termine di una bellissima escursione tra le mie montagne.


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